La chimica delle corde

Definiamo “adrenalinica” una forte emozione e sappiamo che mangiare cioccolata ci fa rilassare, ma che cosa succede dentro al nostro corpo quando facciamo bondage? Perché alcune volte ci sentiamo euforici, altre rilassati e altre ancora diventiamo tristi senza motivo?

Proviamo a dare uno sguardo “dietro le quinte” per scoprire l’affascinante chimica di un incontro di corde; capiremo così che dietro ad una sessione ben riuscita ci sono sostanze – come dopamina, endorfine, serotonina, ossitocina – che possono apportare benefici al nostro corpo e che ci fanno poi desiderare di ripetere l’esperienza.

Per questo motivo legare con passione, empatia e rispetto è molto importante per far sì che il bondage sia un’esperienza piacevole, positiva e benefica dalla quale uscire arricchiti; un vero atto di amore con le corde.

Immaginiamoci di stare per iniziare a giocare con le corde: siamo vicini al nostro partner, pronti per incamminarci insieme in questo viaggio. Ci sentiamo un po’ su di giri, curiosi, eccitati ma anche con un pizzico di apprensione; il battito cardiaco aumenta, abbiamo una sensazione di caldo o di freddo sulla pelle, le pupille si dilatano.

Ebbene questi sono gli alcuni degli effetti della dopamina, un neurotrasmettitore che favorisce l’eccitazione e il desiderio; la dopamina è legata alla sessualità, al cibo e in generale alle sensazioni piacevoli ed è la sostanza che ci fa sentire “su di giri” quando siamo nella situazione di attesa di un’ esperienza che si prospetta piacevole. È la stessa sostanza che “droga” i giocatori d’azzardo.

L’attesa si trasforma presto nelle sensazioni delle corde sulla pelle, delle mani legate, dei vari passaggi che premono sul nostro corpo. A questo punto entrano in gioco due sostanze che hanno effetti opposti tra loro. L’effetto di sorpresa e eccitazione favorisce la secrezione di adrenalina, mentre la sensazione di attaccamento tra i partner fa entrare in circolo l’ossitocina.

L’adrenalina è un ormone e un neurotrasmettitore che viene rilasciato in caso di sensazioni intense e improvvise o nella previsione di un’attività fisica intensa; tra i suoi effetti ci sono l’aumento del battito cardiaco, un maggior afflusso di sangue ai muscoli, un aumento delle capacità polmonari. L’aumento improvviso dell’adrenalina (detto “rush adrenalinico”) ci fa desiderare sensazioni intense e ci spinge a ricercare cose che in una situazione rilassata non faremmo. In sostanza è come essere sulle montagne russe!

Parallelamente l’ossitocina ci induce a prenderci cura del partner e ci fa venire voglia di essere coccolati; questo ormone è infatti detto “ormone dell’amore” ed è responsabile dell’insorgere dei comportamenti accudenti e di attaccamento.

Quando i giochi si fanno più “duri”, ad esempio se si viene sospesi, è il momento dei neurotrasmettitori forse più importanti nel BDSM: le endorfine, sostanze che consentono al bottom di trasformare il dolore in piacere.

Mentre l’adrenalina risponde ad uno stimolo improvviso, le endorfine vengono secrete quando l’impegno diventa prolungato; esse infatti determinano una maggiore capacità di sopportare il dolore e lo sforzo e contribuiscono alla diminuzione dell’ansia e a una risposta umorale positiva alla fatica. Siamo come dei maratoneti che non sentono più il dolore.

Sono proprio le endorfine a non farci percepire spiacevolmente le corde che premono sul corpo o la scomodità di una posizione, a trasformare queste sensazioni in piacere e a darci un senso di gratificazione e benessere. A differenza dell’adrenalina, le endorfine sono cumulative: più il gioco va avanti più esse intensificano i loro effetti (è il cosiddetto “rush endorfinico”).

A lungo andare le endorfine possono arrivare poi ad avere effetti molto particolari sull’umore: esse infatti possono regolarlo sia con un’azione rilassante che con una euforizzante. Questo può portare da un lato un senso quasi di esaltazione – come quello che alcuni atleti sperimentano in sforzi prolungati (detto “runner’s high”, lo “sballo del corridore”) – dall’altro a uno stato di estremo rilassamento.

In particolare questa sensazione di tranquillità può portare il bottom nel cosiddetto “rope space”: in esso chi è legato sperimenta una sorta di straniamento in cui perde il contatto con la realtà, le sensazioni sulla pelle appaiono lontane, il respiro si fa più profondo e i muscoli sono più rilassati. Si è come in una “bolla”.

Non solo: in chi pratica regolarmente bondage, le endorfine hanno un effetto quasi di “droga” ovvero hanno un’azione antidepressiva e positiva per l’organismo che determina la voglia di ripetere l’esperienza: il piacere conseguente al loro rilascio viene infatti ricercato come da uno sportivo che non rinuncerebbe mai al suo allenamento per quanto faticoso. Se il tutto è fatto nel rispetto di sé e dell’altro è una dipendenza molto piacevole, non c’è che dire!

La nostra sessione volge ora al termine e le corde cominciano a scivolare via; l’adrenalina e le endorfine lasciano il posto ancora all’ossitocina e alla serotonina, il cosiddetto “ormone della felicità”.

La serotonina è infatti l’ormone che provoca un innalzamento del tono dell’umore e che ha un’azione rilassante e antidolorifica. È una sostanza molto importante perché va a contrastare gli effetti della diminuzione dei livelli di endorfine e adrenalina che potrebbero determinare un improvviso senso di tristezza, addirittura di abbandono, voglia di piangere e sensazione di fame e di freddo (il cosiddetto “drop adrenalinico e endorfinico”).

Questi effetti negativi possono insorgere anche a distanza di tempo dalla fine della sessione, stimolati dal rilascio di altri ormoni, come il cortisolo e la prolattina, che il nostro corpo produce proprio per contrastare una situazione emotivamente e fisicamente impegnativa.

Per evitare o limitare l’insorgere di questi effetti spiacevoli e favorire invece quelli benefici di serotonina e ossitocine è molto importante la fase dell’aftercare, quando, una volta finita la sessione, ci si prende cura l’uno dell’altro, abbracciandosi e coccolandosi; in questo modo si avrà modo di tornare con calma alla realtà e di trascorrere insieme ancora qualche momento di intimità con il partner.

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