Le corde per il bondage

In questo articolo vedremo le caratteristiche di alcuni tipi di corde che possono essere utilizzate per fare bondage – giapponese e non – dalle più comuni alle più particolari.

Quando, diversi anni fa, ho iniziato a fare bondage, le mie prime corde sono state in canapa, ma poi sono presto passato alla yuta, che ho subito trovato più scorrevole. La svolta però è stata quando ho iniziato ad usare corde in iuta di fabbricazione giapponese, sia per la loro leggerezza, morbidezza e scorrevolezza sia perché il tipo che uso io è “loose lay”, ovvero la torsione dei legnoli è molto rilassata, e quindi è perfetta per creare legature che si adattino perfettamente al corpo del bottom e nodi e frizioni molto compatti.

Non uso mai corde in sintetico sia perché non sono adatte al mio stile (bondage giapponese) sia perché mi danno una sensazione “plasticosa” al tatto. Tuttavia sono largamente utilizzate nel bondage americano e possono essere utili quando si lega in acqua.

Scegliete il tipo di corda adatto alle vostre legature in base al gusto e allo stile e utilizzate sempre corde di qualità. Anche i vostri bottom ve ne saranno grati!

Iniziamo osservando gli elementi che compongono una corda.

Le corde sono formate da legnoli intrecciati tra di loro. Le corde da bondage sono in genere costituite da tre legnoli. Ogni legnolo è formato da un numero variabile di trefoli – ovvero coppie di fili intrecciati tra di loro (in questo caso avremo una corda a filo doppio o “double ply”) – oppure direttamente da singoli fili (corda a filo singolo o “single ply”).

La torsione (twist) può essere più o meno serrata. Una corda con una torsione abbastanza rilassata (“loose lay”) sarà più morbida e si adatterà meglio in nodi e frizioni.

Infine alcune corde possono avere un’anima, ovvero un filo o uno spago intorno al quale si avvolgono i legnoli. Non sono adatte al bondage perché in genere sono troppo rigide.

Nella prima foto vediamo una corda a tre legnoli a filo doppio (double ply); uno dei legnoli è stato sfilacciato per mostrare i trefoli che lo costituiscono e uno dei trefoli è stato ulteriormente aperto per mostrare i due fili intrecciati che lo compongono.

Nella seconda foto invece c’è una corda a tre legnoli a filo singolo (single ply) in cui è possibile vedere un legnolo aperto e costituito da singoli fili intrecciati insieme.

Le corde possono essere poi suddivise tra corde ritorte (come quelle nelle foto sopra), in cui i legnoli sono ritorti a elica, e corde commesse o intrecciate, in cui i legnoli sono intrecciati in modo da formare una specie di tubolare.

Vediamo di seguito alcune corde suddivise per materiale. Tenete presente che nelle corde in fibra naturale la qualità dello stesso materiale può variare molto a secondo della specie utilizzata; ad esempio le corde in iuta di fabbricazione europea sono molto diverse nel materiale usato da quelle giapponesi.

CORDE IN IUTA

Corda in iuta di fabbricazione europea (corde Tossa)

La corda in iuta tossa è scorrevole e leggera, ma necessita di essere preparata bollendola o lavandola per acquisire la morbidezza necessaria al gioco. Molte delle corde tossa in commercio sono double ply e generalmente hanno una torsione abbastanza stretta che le rende più dure e rigide. Sono buone corde sia per ogni tipo di bondage.

Corda in iuta di fabbricazione giapponese (asanawa)

Il termine “asanawa” può indicare una corda in iuta, canapa o lino. Quelle più usate per lo shibari sono quelle in iuta. Le corde giapponesi utilizzano una specie di iuta diversa da quella usata per le corde europee e hanno in genere un colore più dorato. Generalmente sono “single ply” e spesso hanno una torsione lenta (loose lay). Queste caratteristiche rendono l’asanawa molto morbida e flessibile e perfetta per il bondage in stile giapponese.

Attenzione che in commercio è possibile trovare un tipo di corda chiamata “asanawa”che imita le caratteristiche della corda giapponese ma che è di fabbricazione europea.

ALTRE CORDE IN FIBRA NATURALE

Corda in cotone

La corda in cotone è molto morbida, piacevole sulla pelle e non necessita di alcun trattamento, è molto economica, ma è una corda poco resistente (inadatta quindi per le sospensioni) ed elastica e questo rende difficile regolarne bene la tensione sul corpo. È economica e può essere facilmente lavata. Può essere piacevole da usare in legature semplici o “da camera da letto”.

Corda in canapa

La corda in canapa ha un filato molto morbido e piacevole sulla pelle, ha un’ottima capacità di carico, ma tende a essere troppo compatta e poco scorrevole. A differenza delle corde in iuta possono essere lavate più volte senza perdere troppo la loro capacità di carico. Caratteristico il suo odore di erba tagliata.

Corda in lino

Corda simile alla corda di canapa, ma con un filato più liscio e pettinato.

CORDE IN FIBRA SINTETICA

Corda in polipropilene

Le corde in materiale sintetico sono generalmente estremamente resistenti e con colori brillanti. Vengono spesso utilizzate nel bondage americano, mentre non sono adatte al bondage giapponese in quanto la loro superficie liscia non offre l’attrito necessario per sfruttare le frizioni e i passaggi tipici dello shibari. Possono essere usate in acqua. Inoltre hanno una “velocità di abrasione” bassa, ovvero se fatte scorrere sulla pelle troppo velocemente possono creare delle bruciature. Tra le corde in sintetico troviamo anche quelle in Hempex, una fibra sintetica che imita l’aspetto della canapa. Sono utili per agganciare anelli o altri punti di sospensione.

CORDE RINFORZATE

Corda rinforzata o “enforced”

In commercio esistono corde in iuta “rinforzate” con dei filamenti di polipropilene intrecciati all’interno del legnolo. Come le corde in sintetico, le corde rinforzate possono essere usate per attaccare anelli, bambù o altri supporti per le sospensioni. Nella foto un legnolo della corda è stato aperto per mostrare i due filati presenti.

ALTRI MATERIALI

Corda in cocco (shuronawa)

Questa corda viene realizzata dalle fibre di una palma (non da cocco, nonostante il nome). E’ una corda estremamente ruvida il cui uso si è diffuso per le sensazioni che può dare sulla pelle.

Corda in paglia di riso (aranawa)

Corda tradizionalmente usata in Giappone in ambito agricolo. Sono celebri gli scatti di Itoh Seiu con modelle legate con questo tipo di corda.

Altri tipi di corde

Per chi ha la passione per le corde, in commercio si possono trovare corde dei materiali più diversi: alpaca, Manila, mohair, cachemire, fino a corde che trasmettono gli impulsi elettrici (per electro play) e corde che reagiscono alle lampade UVA e che si illuminano al buio. Nella foto: corda in bambù, una corda morbidissima, dall’aspetto perlaceo, resistente e flessibile.

Disclaimer e Privacy Policy

Questo sito è riservato a un pubblico adulto e contiene immagini che possono urtare la sensibilità di alcune persone.
Il bondage è un’attività pericolosa; i proprietari di questo sito non sono responsabili di eventuali danni da essa derivanti.

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se si vuole saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, si prega di consultare la cookie policy.

Accettando questo banner o proseguendo la navigazione in altra maniera, si certifica di essere maggiorenni, di avere il diritto di visionare tali contenuti, di essere a conoscenza dei rischi derivanti dal praticare bondage e di acconsentire all’uso dei cookie.