Qualche giorno fa ho ritrovato questo articolo che ancora non avevo pubblicato sul sito e rileggendolo ho pensato che sarebbe potuto interessare ad Ayzad, un giornalista, scrittore, esperto di sessualità kinky e, non ultimo, un mio caro amico. Allora gli ho proposto di curarne la traduzione in inglese in cambio della pubblicazione anche sul suo sito, visto che spesso collaboriamo insieme molto volentieri.
Charles François Jeandel ha poco più di venti anni quando, verso la fine del 1800, porta al fonte battesimale la piccola Madeleine Castets, figlia di un amico di famiglia, un ricco banchiere di Angoulême; in quell’occasione il giovane Charles François proclama che quella bambina sarà un giorno sua moglie. E così è: nel luglio del 1898 i due si sposano, lui ha quarant’anni e lei non ne ha ancora compiuti ventuno.
Jeandel è un uomo colto e riservato, appassionato di archeologia, membro della Société archéologique et historique de la Charente e con la passione per la pittura; dotato di una certa bravura, espone anche una sua tela all’Esposizione universale di Parigi del 1889 (quella della Tour Eiffel) nel Salone degli artisti francesi: è un quadro rappresentante probabilmente la distruzione del tempio di Serapide da parte dei soldati romani.
Di lui oggi abbiamo pochissime opere perché, in seguito al mancato successo come pittore, Jeandel decide di ritirarsi in campagna e di vivere delle rendite di famiglia. Purtroppo però nel 1929 la Grande crisi assesta un duro colpo alle finanze dei coniugi Jeandel; Charles François muore in miseria nel 1942 e Madeleine campa per altri venti anni tra gli stenti, vendendo tutti gli averi del marito. Questa potrebbe essere una storia qualunque di una coppia qualunque di un paesino qualunque. Eppure inaspettatamente possiamo conoscere la vita privata di queste due persone e scoprirvi interessi inaspettati.
Non sappiamo come, ma diversi cianotipi di Jeandel finiscono in mano a Hugues Autexier e François Braunschweig della galleria Texbraun: in mezzo a foto di parenti, ritratti di amici, chiese e paesaggi di campagna, troviamo anche un centinaio di foto di donne nude, legate, sospese, frustate a volte bendate o con un bavaglio. Foto di bondage ante litteram.
Non c’è una particolare ricerca estetica o espressiva; non ci sono scene di sesso e anche l’erotismo non è certo travolgente, eppure, ancor’oggi, se le confrontiamo con le immagini di fotografi che una cinquantina di anni dopo daranno il via alla fotografia fetish e di bondage occidentale, appaiono estremamente attuali.
Sebbene la moglie non appaia nelle foto, pare che la sua partecipazione non sia stata marginale. E allora mi fa piacere pensare a questa coppia complice che tra le brume della campagna francese, parallelamente alla vita borghese di benestanti “perbene”, nelle stanze della loro casa si diverte a fare esperimenti con le corde e si ingegna a riprenderli con ingombranti macchine fotografiche.
Due interessanti articoli su Charles François Jeandel si trovano anche su Libération e Culture Visuelle.
Tutte le immagini sono tratte del sito del RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay).