CONSENSO
Ho iniziato queste linee guida parlando di consenso e ora, alla fine, dopo aver discusso di come gestirlo attraverso la negoziazione, vorrei riprendere e approfondire questo concetto.
Come ho già detto, il consenso è un accordo tra due (o più) persone basato sulla consapevolezza e sul rispetto dei voleri propri e altrui.
A volte in questo accordo è molto semplice trovare un terreno comune quando i desideri e i limiti sono simili, altre volte c’è bisogno di un po’ di messa a punto, altre volte invece possiamo renderci conto che le aspettative sono incompatibili. Anche in questo caso ci può essere consenso perché, sebbene non sia possibile trovare una soluzione, ogni partner può comunque rispettare i voleri dell’altro e questo costituisce un accordo. Meglio accettare di non poter giocare insieme che forzarci a fare qualcosa che non ci va.
Il consenso deve essere
Il consenso deve essere chiaro, esplicito, espresso senza ambiguità, in modo che l’altra persona non possa fraintenderlo. Non dobbiamo ipotizzare come certo il consenso altrui quando non è stato dichiarato in tal modo. Può capitare infatti che, in assenza di informazioni e risposte chiare, possiamo proiettare le nostre aspettative sull’altro fino a pensare che “forse”, “vediamo”, “penso di sì” – o addirittura “no” – possano significare “sì”.
Il consenso deve essere libero, ovvero espresso senza condizionamenti. Diversi elementi possono influenzare infatti la manifestazione del nostro consenso. Non dobbiamo innanzitutto essere sotto l’effetto di sostanze che possano compromettere la nostra capacità di ragionamento. Ci sono inoltre condizionamenti espliciti o inconsci che possono influenzare le nostre scelte, dipendenti da noi, dal partner, dalla relazione o dalle circostanze. In primo luogo su di noi influisce il nostro carattere, la nostra esperienza, la nostra educazione e il nostro vissuto. Possiamo essere condizionati dalla convinzione di non essere all’altezza, da moti dell’animo, dalla paura di sentirci giudicati in qualche modo, da quella di scontentare il partner, ecc. Poi c’è il condizionamento che può derivare dal partner, sia volontariamente che involontariamente: possiamo trovarci ad acconsentire a qualcosa perché il partner è eccessivamente insistente o perché ci fa sentire in colpa per un nostro eventuale rifiuto. Oppure può esserci un condizionamento più nascosto, dovuto per esempio al fatto di sentirsi in debito con una persona per qualche motivo, perché siamo in una situazione di dipendenza lavorativa o perché influenzati dalla presenza di una relazione di dominazione e sottomissione. Infine possiamo essere condizionati anche dalla situazione: per esempio possiamo sentirci obbligati a fare qualcosa perché stiamo stati retribuiti per partecipare a un evento, a uno shooting o a una performance.
Il consenso deve essere informato, ovvero frutto di una riflessione e consapevole di quello che andremo a fare, dei rischi e delle caratteristiche di una certa pratica.
Il consenso deve essere specifico, ovvero riguardare solo alcuni aspetti e non essere generalizzato per analogia; per esempio il consenso dato per fare spanking non autorizza a usare un cane. Inoltre in generale deve riguardare solo una sessione e essere non dato per implicito nel caso ci capitasse giocare di nuovo con la stessa persona.
Il consenso deve essere revocabile, in qualsiasi momento, senza dover spiegare perché e senza aver paura di rischiare delle conseguenze.
Il consenso infine – a meno di accordi specifici – non è tramite terze parti. C’è per esempio chi ama affidare il partner a un’altra persona, ad esempio per realizzare una pratica della quale non si è esperti. In questi casi può capitare che uno dei partner della coppia negozi per conto dell’altro, specialmente se esiste una relazione di dominazione e sottomissione. A mio avviso è sempre meglio rivolgerci direttamente alla persona con cui giocheremo, eventualmente confrontandoci anche col suo partner.
Come possiamo vedere, il consenso richiede un’estrema consapevolezza: spesso, per diversi motivi, nella vita di tutti i giorni ci esprimiamo senza considerare appieno il valore, il significato e il peso delle nostre decisioni e può apparirci strano o eccessivo il farci così tante domande o l’andare così nello specifico relativamente a certe scelte.
Certamente possiamo decidere di non avere regole troppo precise o di giocare nonostante non siamo perfettamente sicuri e preparati, ma questo implica che ci dobbiamo assumere la responsabilità del fatto che non tutto potrebbe andare come volevamo.
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