Linee guida su consenso e negoziazione nel BDSM

de La quarta corda

19 – Quando il consenso si rompe

QUANDO IL CONSENSO SI ROMPE

La gestione di un incidente o di una violazione di consenso è un argomento estremamente complesso e delicato per il quale sarebbe necessario un articolo a parte. Cercherò quindi di sintetizzare alcuni punti per riflettere su come ci potremmo comportare se ci trovassimo a essere protagonisti di una situazione di questo tipo.

Innanzitutto vediamo quali siano le differenze tra “violazione” e “incidente” di consenso.

Nella violazione di consenso un limite viene superato deliberatamente, principalmente con lo scopo di trarre un vantaggio dalla situazione.

In un incidente di consenso invece un limite viene superato non intenzionalmente e non si ha necessariamente un vantaggio dal fatto che venga superato.

Se nella violazione viene messa in atto una vera e propria violenza da uno dei due partner, nell’incidente di consenso la responsabilità può essere condivisa o addirittura essere della persona che ha subito l’incidente.

In una sessione può avvenire un incidente senza che ci sia una violazione del consenso se per esempio si è fatto qualcosa che l’altro non voleva fare senza che però quello specifico aspetto fosse stato trattato nella negoziazione oppure se, nonostante ci si fosse informati, un partner si è dimenticato di informare l’altro riguardo ad un certo problema o limite. Ci può essere invece una violazione senza che questa costituisca un incidente, quando per esempio ci viene fatto qualcosa che non volevamo fare ma poi ci accorgiamo che ci è piaciuto farlo. Le differenze possono essere dunque molto sfumate.

Attenzione che si tratta di una violazione del consenso anche quando il consenso non può essere espresso da uno dei partner per svariati motivi e tuttavia l’altro, pur essendo consapevole della situazione, realizza quello che voleva fare. Un esempio può essere quello in cui una persona non è evidentemente nel pieno delle sue capacità – perché drogata, ubriaca, sotto moti dell’animo (depressione, paura, tristezza, ecc.) o addirittura addormentata o incosciente – e dunque non può ragionare con consapevolezza e esprimere pienamente il suo consenso. È altresì violenza quando uno dei partner si approfitta di una posizione di superiorità (rapporto di dominazione e sottomissione, posizione lavorativa, differenza di età, ecc.) oppure di ricatti materiali o psicologici per superare un limite o per ottenere prestazioni non negoziate.

Per quanto l’incidente di consenso non sia basato su un comportamento doloso, non è detto però che abbia conseguenze minori su chi l’ha subito.

Quindi, riflettiamo ancora una volta sul fatto che più siamo sinceri e precisi nella negoziazione e meno rischi avremo di incorrere in incidenti e che, se siamo volutamente poco chiari su certi aspetti che vogliamo lasciare meno definiti e “aperti”, dobbiamo anche accettarne le conseguenze.

I consigli sulla negoziazione dati all’inizio di queste linee guida sono dei buoni punti di partenza, soprattutto quando non ci si conosce bene. Ne riassumo qui alcuni:

  • essere chiari e specifici riguardo ai limiti,
  • non negoziare su troppi aspetti,
  • decidere e essere pronti a usare una safeword o una safegesture e nel caso a interrompere il gioco,
  • procedere per gradi,
  • essere il più informati possibile riguardo a quello che si andrà a fare,
  • essere responsabili riguardo alle decisioni che prendiamo.

Come abbiamo visto, la casistica di un incidente di consenso può essere molto varia e a volte può essere difficile capire come sia condivisa la responsabilità.

A mio avviso è dunque utile fare alcune riflessioni sugli aspetti relativi ai problemi nella gestione del consenso.

La prima considerazione che mi viene in mente è quella di accettare che tutti possiamo fare errori, sia come top che come bottom. A meno che non ci si trovi in una evidente violazione del consenso, a volte i limiti vengono valicati accidentalmente. Per questo motivo su certi aspetti possiamo prendere il considerazione il fatto di avere una certa flessibilità che ci permetta di reagire a qualcosa che non sta andando come volevamo senza rimanerne subito scioccati e reagendo con fermezza ma senza  aggredire il partner. Questo discorso non vuole essere una scusa, ma una presa di coscienza del fatto di prendersi sempre la responsabilità delle proprie scelte e quella di farle rispettare, soprattutto riguardo a eventuali responsabilità condivise.

L’altra considerazione è che imparare a rispettare i limiti e riuscire a esprimerli efficacemente sono due capacità che dobbiamo allenare di pari passo. A volte può capitare un incidente anche perché è stata la persona ad aver subito il danno a non aver chiarito bene in primis i propri desideri e i propri limiti.

Il terzo spunto di riflessione è infine quello di considerare che in un incidente non è sempre semplice capire come sia condivisa la responsabilità. Il limite tra il fare qualcosa di cui non siamo pienamente consapevoli e l’accorgerci di essere stati spinti a farlo a volte è sottile così come quello tra superare un limite perché non siamo stati attenti e il non essere stati attenti perché un certo aspetto della negoziazione non era chiaro in partenza. A meno che non ci sia stata una evidente e volontaria violazione del consenso, spesso le responsabilità sono condivise, anche se a volte in misura diversa tra i partner. Piuttosto dunque che voler trovare un colpevole a tutti i costi, è più utile prendersi del tempo per riflettere, parlare insieme al partner, assumersi le proprie responsabilità e cercare di capire come evitare che una certa situazione si presenti nuovamente.

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20 – Conclusioni

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