Linee guida su consenso e negoziazione nel BDSM

de La quarta corda

12 – Informare su eventuali problemi psicofisici, emotivi e psicologici

INFORMARE SU EVENTUALI PROBLEMI PSICOFISICI, EMOTIVI E PSICOLOGICI

È bene non intraprendere attività che necessitino della piena consapevolezza in chi le pratica – sia come top che come bottom – nel caso non si sia in grado di valutare consapevolmente i rischi, di esprimere o di rispettare il consenso e di essere consci di quello che si sta facendo perché sotto l’influsso di moti di animo, di sostanze (droghe, medicine, alcol, ecc.) o altro.

Questo vale anche quando vorremmo giocare o ci viene chiesto di giocare con qualcuno che capiamo non essere nel pieno delle sue condizioni psicofisiche o comunque non in grado di esprimere il proprio consenso. Approfittare di una persona che non ci dice di no perché ad esempio è ubriaca, fa comunque di noi un abusatore.

Chiarita questa premessa, può anche succedere che, pur nel pieno delle nostre capacità, possiamo comunque avere stati d’animo, paure, traumi che possono influenzare negativamente la nostra esperienza di gioco.

Nella negoziazione a volte ci si concentra infatti solo sulle problematiche fisiche senza tener conto di quelle psicologiche, che invece sono altrettanto importanti.

In primo luogo possiamo informare il partner del nostro stato mentale in generale, parlando di come ci sentiamo all’idea di giocare insieme, soprattutto se la nostra disposizione d’animo potrebbe influire sull’esperienza che ci apprestiamo ad avere. Per esempio se siamo particolarmente tesi, potremmo non riuscire a goderci la sessione al meglio. In questo caso è sicuramente più utile parlarne piuttosto che mascherare i nostri sentimenti per paura di fare una brutta figura. Questo permetterà a noi di rilassarci e di sentirci più a nostro agio e al partner di calibrare al meglio il suo modo di interagire con noi.

Se siamo a conoscenza di criticità a livello psicologico che potrebbero influire sul gioco è bene farle presenti. Alcuni gesti infatti potrebbero riportarci alla mente dei traumi che potremmo voler evitare. Ad esempio una persona può chiedere che non le vengano tirati i capelli o di non essere colpita con una cinghia perché questo le ricorda quando veniva punita da piccola, oppure ci possono essere zone del corpo che non vogliamo che vengano toccate perché non ci sentiamo a nostro agio con esse, ecc.

Alcune persone inoltre possono avere fobie specifiche (ad es. nei confronti degli aghi o delle altezze) o sviluppare reazioni negative in seguito a particolari stimoli (ad es. rumori molto forti o urla).

Infine chi gioca può soffrire di disturbi psicologici diagnosticati. È molto difficile dare consigli al proposito vista la specificità e la varietà dei disturbi, quindi se soffriamo di una certa patologia è preferibile parlare con uno specialista prima di intraprendere pratiche che potrebbero avere effetti negativi a livello psicologico. In generale è meglio avvicinarci a pratiche kinky in uno stato avanzato della terapia tale da conoscere e saper gestire il proprio disturbo. In questo caso sarà possibile negoziare più efficacemente, lontano dalle manifestazioni del disturbo stesso, e informare il partner di eventuali reazioni e di trigger che possono scatenarle. Non è ovviamente necessario spiegare il motivo di eventuali nostre criticità se vogliamo mantenere la nostra riservatezza.

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11 – Informare su problemi fisici

13 – Aftercare

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